“Innamorandosi dell’Altro” MusicaAltrove alle fonti della musica ottomana

Lunedì 10 aprire alle 18.00 nella Sala della Musica di Ca’ Sagredo ultimo appuntamento a Venezia con la rassegna “MusicaAltrove” ideata dagli Amici della Musica di Venezia. L’Ensemble Marâghî proporrà un itinerario nella musica strumentale ottomana antica (secoli XV-XVIII) sviluppatasi tra la corte e i centri sufi di Costantinopoli.

Ensemble Marâghî @Michele Crosera

Si chiudono lunedì 10 aprire alle 18.00 nella Sala della Musica di Ca’ Sagredo gli appuntamenti con MusicaAltrove ciclo di incontri musicali ideato dagli Amici della Musica di Venezia e realizzato in collaborazione con i Comuni di Padova e Venezia, la Regione del Veneto, il Teatro Stabile del Veneto, l’Ateneo Veneto e Ca’ Sagredo Hotel di Venezia.

Protagonista del concerto è l’Ensemble Marâghî, gruppo musicale formato da musicisti e ricercatori italiani, il cui nome si ispira al grande musicista, compositore e musicologo ‘Abd ul-Qâdir Marâghî, nato nella seconda metà del 1300 a Marâgheh, nell’attuale Azerbaijân iraniano, e scomparso ad Herât, città dell’attuale Afghanistân, nel 1435.

Per l’Ensemble richiamarsi con il proprio nome a Marâghî significa andare alle fonti stesse della musica ottomana. E sono fonti interculturali, che vanno al di là degli odierni nazionalismi. La stessa tradizione musicale ottomana sembra l’esempio perfetto della multiculturalità dell’area e dei tempi: essa è la sintesi dell’eredità selgiuchide e bizantina che, dal XV secolo in poi viene fortemente influenzata dalle tradizioni persiano/arabe, timuridi, indiane, e in seguito balcaniche ed europee. Il mosaico composito delle genti che convivevano pacificamente sui territori dell’impero si rifletteva nei musicisti che operavano a corte, che potevano provenire dalle diverse comunità che lo formavano e confessare religioni diverse, sopra tutte la cristiana o l’ebraica.

Il titolo dell’incontro, Innamorandosi dell’Altro rimanda in questo caso alla musica di compositori ottomani e veneziani a Costantinopoli dove Giovanni Battista Donado (1627-1699), fu Bailo, scrisse l’importante saggio Della letteratura de’Turchi. Donado stesso occasionalmente compose nel linguaggio proprio della musica turca e trascrisse in notazione occidentale melodie e liriche delle tekke e del serail di Costantinopoli.

Alla corte del sultano agiva per lunga tradizione un’ambiente musicale cosmopolita: Wojciech Bobowski (Bobowa, 1610 – Costantinopoli, 1675), che, convertitosi all’Islam, cambiò il suo nome in Ali Ufkî, era un musicista, poeta, pittore e dragomanno polacco che tradusse la Bibbia nella lingua turca ottomana, compose un Salterio ottomano parzialmente basato sul Salterio ginevrino, e scrisse una grammatica della lingua turca ottomana.

Il principe moldavo Dimitrie Cantemir (1673-1723) fu un altro grande testimone della civiltà musicale ottomana: a lui si deve la catalogazione, trascrizione e recensione di intere raccolte di liriche.

I musicisti Giovanni De Zorzi, Stefano Albarello e Fabio Tricomi suoneranno con gli strumenti originali della tradizione classica ottomana, mentre Giampiero Bellingeri, tra i massimi turcologi odierni, farà da guida al suggestivo itinerario traducendo e leggendo per la prima volta in pubblico i testi poetici cantati.

L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili
Si consiglia vivamente la prenotazione.

Info e Prenotazioni
Amici della Musica di Venezia
tel. 3287372286/3459218474
info@amicimusicavenezia.it

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